Mondo 1, quello della fisicità e degli eventi fisici ovvero di tutto ciò che è materiale, sia animato che inanimato,e dei fatti che vi accadono; Mondo 2, quello degli eventi psichici ovvero di tutto ciò che accade nella mente, come sentimenti ed emozioni ecc., embricato al Mondo 1; Mondo 3, quello dei prodotti della mente umana ovvero delle idee, dalle teorie scientifiche ai prodotti letterari, e della produzione artistica, indipendente dagli altri due. I componenti del Mondo 3, pertanto, vivono di vita autonoma dalla mente che li ha prodotti e costituiscono un patrimonio comune.
È così che progredisce il pensiero in un ambiente dialogico civile: un'idea, una volta prodotta e posta nel Mondo 3, non è proprietà della mente che l'ha partorita e non vi rimane adesa; per cui, in una discussione o dibattito, può essere confutata dagli avversari o ripudiata dal suo stesso generatore senza che ciò influisca sui rapporti interpersonali degli avversari dialettici.
Ciò premesso, ecco il fatto. Il trascorso venerdì mi sono trovato coinvolto in un piacevole incontro serale a cena con il prof. avv. Maurizio De Tilla, presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana, e con l'avv. Giuseppe Strangio, direttore dell'Ismed, il primo e più qualificato tra gli istituti di mediazione reggini. Vi erano anche altri professionisti, ma la loro enunciazione non è funzionale al racconto. Il giorno successivo (sabato 14 gennaio) si sarebbero trovati "avversari" nel convegno "L'istituto della Mediazione come strumento alternativo delle controversie giudiziarie", organizzato nella sala conferenza del Palazzo della Provincia dal Lions Club Reggio Calabria Host con la collaborazione dell'Ismed.
Le posizioni diametralmente opposte sull'opportunità dell'obbligatorietà della mediazione civile, per come previsto dall'attuale normativa, e sulla sua reale efficacia, già delineate nel corso della cena, hanno avuto modo di essere amplificate il giorno successivo di fronte a un'attenta e nutrita platea composta soprattutto da avvocati. In specie da parte del prof. De Tilla, che con la sua fine e navigata oratoria ravvivata dalla sua verve partenopea, non ha risparmiato nulla all'avv. Strangio nel criticare e giudicare negativamente un istituto a suo avviso inutile oltre che dannoso.
Non è roba da poco: per molto meno ho visto incrinarsi amicizie o raggelarsi rapporti. Ebbene, la sera di sabato ci siamo ritrovati di nuovo a cena insieme, in un ambiente dialettico talmente sereno e gradevole da non lasciar sospettare la fermezza e l'inequivocabilità della posizione assunta dal prof. De Tilla al mattino.
Tornando a Popper, la sua lezione è chiara: le produzioni dell'ingegno umano, le idee come le opere artistiche e letterarie, devono far parte di un ambito separato da quello delle emozioni e dei sentimenti. Solo così è possibile un confronto civile in cui a essere combattute siano le idee, e criticate le opere, e mai le persone che queste in un particolare momento rappresentano.
Pur non conoscendo le frequentazioni filosofiche dell'avv. Strangio, devo riconoscergli un'approfondita assimilazione degli input popperiani, che certamente avrà saputo riversare nell'Ismed e nella sua attività mediatrice.