È stato così che lo scorso anno: 1) le multinazionali del farmaco hanno prontamente commissionato studi a ricercatori già da loro stessi finanziati in precedenza per altre ricerche; 2) sono sorti lavori che, pur formalmente corretti, sono stati "influenzati" dall'attesa di un risultato allarmante da parte dei finanziatori; 3) sono stati investiti della questione giornalisti "indirizzati" a sovrastimare l'allarme sanitario; 4) il tutto è stato portato all'attenzione della politica che, "sollecitata" in tal senso, ha messo in moto la macchina sanitaria; 5) sotto questa grossa "spinta", sono state acquistate un numero infinito di dosi vaccinali poi rimaste inutilizzate.
Contenta del fatto che l'influenza suina abbia avuto un decoroso più mite di quello dell'influenza stagionale e che il relativo "eccesso di mortalità" sia stato inferiore, l'opinione pubblica non ha chiesto un resoconto a tutti coloro che in questa molto poco trasparente operazione si sono avvantaggiati: dirigenti delle multinazionali del farmaco, funzionari dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, professori universitari autori di ricerche, opinion leader dei media che hanno lanciano gli allarmi; e, scendendo a livello locale, medici che hanno lucrano sull'insufficiente risposta pubblica, laboratori di analisi che hanno proposto l'effettuazione di esami inutili e costosi. Insomma, dell'enorme business planetario che, a cascata, ha generato un assalto alla diligenza di bibliche proporzioni, nessuno ha reso e renderà conto.
Ricercatori "influenzati", giornalisti "indirizzati", politici "sollecitati", ecc., l'allegra famiglia degli allarmisti dorme sogni tranquilli: con i dirigenti delle multinazionali del farmaco che rimboccano loro le coperte sotto l'amoroso sguardo di mamma OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che premurosamente, e tempestivamente, aveva cambiato la definizione di pandemia. La vecchia definizione era di "nuovo virus, a rapida diffusione, per il quale non si ha immunità, con alti tassi di morbilità e letalità": le ultime due caratteristiche sono state omesse nella nuova definizione, in cui non si parla più di alti tassi di morbilità e letalità, per far sì che rientrasse nella definizione di pandemia anche l'influenza suina e si potesse dar così vita al business dei vaccini.
Tutto il mondo è paese e, passata la paura, ci consoliamo con l'antica saggezza di una tarantella napoletana: "Basta che ce sta 'o sole, / ca c'é rimasto 'o mare, / 'na nenna core a core, / 'na canzone pe' cantá: / chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, / chi ha dato, ha dato, ha dato, / scurdammoce 'o passato, / simmo 'e Napule, paisá".