Ogni tanto qualche evento mediatico ce lo spiattella sotto il naso: è un trend di crescita che è anche di sviluppo e, forse, lo speriamo, anche di progresso.
L'ultimo di questi eventi è stato l'inaugurazione della stazione autobus - o terminal bus, secondo un imposto anglicismo di maniera - di Largo Botteghelle, una volta il largo più largo d'Italia, prima che fosse riempito con lo Scatolone e con il parco per bambini coatti, ovvero bambini in gioco circondati da insuperabili reti, un po' all'americana, un po' come in west side story, un po' in linea con la filosofia del terminal bus. Non più potenziali malati di agorafobia, gli abitanti di viale Calabria ospitano oggi una struttura che, prescindendo dall'ideazione architettonica postmoderna e dalla sovrastima delle possibilità di utilizzo nel prossimo futuro - ma la vita degli edifici si conta in secoli e non in anni né in decenni -, risulta funzionale a un'idea di città metropolitana che ancora deve definirsi nelle sue misure e dimensioni.
La stazione autobus di Botteghelle è un punto di intreccio intermodale che scommette sul futuro, su un futuro fatto di connessione con la ionica ovvero di sconfinamento dell'estremità sud di viale Calabria, oltre l'innaturale attuale troncatura, verso le edificande bretelle del S. Agata, la superstrada e l'aeroporto.
In attesa di questi allacci viari il terminal sembrerà la Fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari, munito avamposto della civiltà interconnettiva presidiata con indomita attesa da Giovanni Drogo.
L'altro terminale di viale della Libertà, la cui piazza con sadica determinazione è stata di fatto eliminata da una paranoica interpretazione architettonica urbana finalizzata alla riduzione degli spazi di traffico (il direttore dell'Atam afferma non esserne responsabile e ne ha preso formalmente le distanze nel corso della conferenza stampa), ospiterà il polo nord di un servizio navetta che dovrebbe disincentivare l'uso dell'auto privata per il centro. Posto vicino all'entrata del tratto di approfondimento urbano dell'A3, quindi già funzionale a essere uno snodo intermodale, soffrirà però della mancanza di parcheggi. Scommesse da vincere: a sud, parcheggi abbondanti ma difficoltà di accesso dall'hinterland; a nord, il contrario.
En attendant Godot, aspettando il piano di realizzazione dei parcheggi, accontentiamoci di quanto ci viene proposto: che non è poco, anzi, ma che comunque è da organizzare in una visione coerente e coesa di un futuro che vede sì una città a espansione lineare ma che si avvale anche approfondimenti connettivi infracollinari a pettine. Il destino del sistema di trasporto urbano reggino, moderno e funzionale, si giocherà non solo sulla velocità di connessione longitudinale ma anche sulla capacità di integrare all'asse nord-sud intersezioni ovest-est. L'attivato tapis ruolant può essere un esempio, ma non è sufficiente: basti pensare agli Ospedali Riuniti, per i il cui accesso facilitato da ampie zone di parcheggio ci si dovrà necessariamente inventare qualcosa.