Sono questi, sostanzialmente, i motivi che spingono Messina ad aumentare il numero delle quote nella società che gestisce il Tito Minniti. All'uopo l'assessore Bisignano dichiara di aver chiesto alcuni atti: il piano industriale, lo statuto societario, l'atto costitutivo, i verbali delle ultime assemblee. Anche dal punto di economico l'ipotesi Tito Minniti dà più sicurezze, dal momento che il capitale sociale è stato aumentato a 4 milioni di euro e che il Ministero dei Trasporti, di raccordo con l'Enac, avrebbe stanziato oltre 30 milioni per il potenziamento della struttura, che tra poco dovrebbe vedere l'ingresso di nuovi vettori con nuovi voli e tariffe agevolate. Altro punto a sfavore della Piana del Mela è che nella vicinanze insistono una raffineria e una centrale elettrica.
Insomma, con buona pace di Salvatore Leonardi, già presidente della Provincia di Messina e oggi presidente della Società Aeroporto del Mela, Bisignano afferma che "la strada che vogliamo percorrere è quella che porta nello Stretto, con l'ultimazione dei pontili d'attracco per il collegamento diretto e il check-in a Messina per poter velocizzare le operazioni di imbarco".
Questa storia, anche se probabilmente il suo epilogo sarà quello giusto e doveroso, dà comunque una certa amarezza: l'amarezza di constatare che uno dei nemici dell'integrazione sullo Stretto sia proprio quel Salvatore Leonardi che, da presidente della Provincia di Messina, aveva firmato con il suo collega dirimpettaio Pietro Fuda il protocollo d'intesa per la realizzazione dell'Area Integrata dello Stretto.