Lunedì, 23 Novembre 2009 14:25

Ordine dei medici del Quebec apre alla legalizzazione dell'eutanasia

Alla vigilia della discussione di un progetto di legge per legalizzare l'eutanasia in Quebec, vi sono due importanti novità che potrebbero aiutare i parlamentari a decidere.
Il Quebec College of Physicians, l'ordine dei medici della regione canadese, ha chiesto di modificare il codice penale per autorizzare l'eutanasia nei casi di "imminente o inevitabile morte". L'associazione medica sostiene che la legge vigente, non definendo il concetto di eutanasia, espone i medici all'accusa di omicidio. "Stiamo dicendo che la morte può essere un tipo di cura adeguato, in determinate circostanze", ha dichiarato il dott. Yves Robert del College.

"Questa è una decisione importantissima".
Il cambiamento dovrebbe proteggere i medici che sospendono i trattamenti sanitari o aumentano le dosi di antidolorifici per lenire la sofferenza e accelerare il processo di morte, spiega il presidente del College Yves Lamontagne. "I medici fanno del loro meglio per offrire cure adeguate, sapendo che a volte le loro azioni possono essere interpretate come un reato". "Le cure adeguate non dovrebbero mai essere considerate come omicidio". Anche il ministro della Salute del Quebec, Yves Bolduc, ha fatto sapere di essere aperto all'idea.
Ma una portavoce del Ministro federale della Giustizia, il conservatore Rob Nicholson, ha detto che il Governo nazionale non ha "alcuna intenzione di farsi avanti con leggi di questo genere". Ed è per questo che gli attivisti del Quebec non guardano più al Governo centrale, ma hanno individuato un percorso da seguire a livello provinciale. Il Quebec potrebbe aprire la strada alla legalizzazione dell'eutanasia grazie ad una opinione pubblica più liberale rispetto al resto del Paese. Come con l'aborto diversi decenni fa, il governo del Québec potrebbe porre fine ai procedimenti penali per eutanasia, fintanto che siano rispettate certe regole. "Penso che sia troppo presto per il Canada, ma non per il Quebec", ha detto Yvon Bureau, assistente sociale da anni impegnata per la legalizzazione dell'eutanasia.
E proprio in questi giorni esce un nuovo sondaggio sull'eutanasia in Canada. Nonostante sia stato sponsorizzato da un'associazione religiosa anti-eutanasia e le domande definiscano l'eutanasia come l'uccisione di disabili, la maggioranza dei canadesi si è confermata fortemente favorevole alla legalizzazione della pratica. L'opinione pubblica risulta comunque sensibile al fatto che i malati, i disabili e gli anziani potrebbero essere spinti a morire senza il loro consenso. Il sondaggio del Environics Research Group ha rivelato che il 61% dei canadesi, e il 75% della popolazione del Quebec, vuole legalizzare l'eutanasia - dati che confermano un trend decennale. Ma il sondaggio ha rivelato che il sostegno può affievolirsi quando nell'intervista sono invitati a prendere in considerazione le possibili conseguenze di una tale legge, come l'uccisione in massa di anziani e disabili.
Cinquantacinque per cento di coloro che hanno espresso un forte sostegno per l'eutanasia hanno espresso preoccupazione per il numero "significativo" di persone che potrebbe essere ucciso contro la propria volontà. Fra coloro che sono moderatamente favorevoli, la percentuale sale al 72%. "Tra coloro che esprimono un sostegno moderato per la legalizzazione, la grande maggioranza pensa che il Governo debba privilegiare gli investimenti nelle cure palliative e negli hospice prima di legalizzare l'eutanasia", scrive l'istituto di sondaggi.
L'indagine di mercato ha anche rilevato che il 56% di tutti i canadesi, favorevoli e non, ha espresso una certa preoccupazione sul fatto che "le persone anziane si possano sentire spinte ad accettare l'eutanasia per ridurre i costi delle cure sanitarie".
Il sondaggio, commissionato da LifeCanada, un gruppo religioso pro-life che si oppone all'eutanasia e all'aborto, giunge proprio alla vigilia della seconda lettura parlamentare del disegno di legge Bill C-384. Se approvato, il testo legalizzerebbe l'eutanasia per quanti sono in stato di sofferenza fisica o mentale irreversibile. L'associazione ha cercato anche di manipolare i risultati del sondaggio a favore della propria causa, spiegando che il sostegno all'eutanasia non è così alto nell'opinione pubblica come quanto sembrano indicare i dati. Delores Doherty, presidente di LifeCanada, ha detto che il sondaggio ha due risultati significativi. " I canadesi sono davvero molto preoccupati per le implicazioni della legalizzazione dell'eutanasia e preferiscono che il governo si concentri sulle cure palliative per migliorare il fine vita".
Ma Derek Leebosh, il demografo che ha diretto il sondaggio, ha detto che è impossibile trarre conclusioni del genere. "Sappiamo che i canadesi sono preoccupati per le conseguenze della legalizzazione dell'eutanasia e sono aperti alle argomentazioni contro l'eutanasia". "Quello che non sappiamo è se sia sufficiente a fargli cambiare opinione sulla questione in generale".
La realtà è che, nonostante le domande poste dall'associazione cattolica siano state formulate per attirare il maggior numero di dissensi, la maggioranza del Canada, come quella di tutti i Paesi industrializzati, è favorevole a conquistare spazi di libertà nel fine vita. Nelle domande, l'eutanasia era definita come "l'uso di mezzi letali, come una iniezione di farmaci, una overdose o veleno che prenda la vita di chi è malato, depresso, anziani o disabili". Niente menzione di prognosi infauste, niente menzione dell'assoluta obbligatorietà di una richiesta formale formulata due volte a distanza di settimane da parte del paziente. E soprattutto niente menzione di tutti gli studi che dimostrano come, nei Paesi in cui è stata legalizzata l'eutanasia, sono soprattutto le persone ben istruite a chiedere e ottenere la dolce morte.
"Il sondaggio dimostra che vi è una maggioranza netta di persone quando dicono sì all'eutanasia, anche quando è descritta in un modo così negativo", ha commentato il sondaggista.
L'indagine su 1.014 canadesi, intervistati tra il 6 e 13 ottobre, ha un margine di errore di 3,1 punti percentuali, 19 volte su 20.

di Pietro Yates Moretti
del 5 novembre 2009

 

Ultima modifica il Mercoledì, 19 Marzo 2014 21:39

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