Per la versione originale www.timesonline.co.uk/tol/business/law/article6733559.ece
Per il testo completo della sentenza www.publications.parliament.uk/pa/ld200809/ldjudgmt/jd090730/rvpurd-1.htm)
Dopo la decisione di ieri della Camera dei Lords, i famigliari che aiutino i parenti malati terminali a mettere fine alla loro vita non rischieranno più un processo penale.
Il Procuratore Generale dovrà predisporre con urgenza una "Guida" che chiarisca la legge dopo che Debbie Purdy, sofferente di sclerosi multipla, ha vinto uno storico giudizio presso la Camera dei Lords.
La "Guida" non eliminerà il reato di suicidio assistito previsto dal "Suicide Act" del 1961 ma chiarirà la situazione delle persone che aiutino un parente a morire in circostanze di "suicidio assistito compassionevole".
Nella loro decisione unanime, i cinque giudici della Suprema Corte hanno stabilito che il Procuratore Generale dovrà rendere esplicite le circostanze in cui si procederà alla incriminazione e quelle in cui non si procederà. É la prima volta che si chiede al Procuratore Generale di dettagliare tali circostanze..
Keir Starmer, QC (Queen's Counsel, avvocato consulente della Regina, ndr), e Procuratore Generale, prevede di emanare la "Guida" entro otto settimane, per poi proporre un progetto di legge che potrà essere sottoposto alla pubblica opinione. La legge finale dovrebbe essere varata nella prossima primavera. "Ci hanno passato un testimone molto pesante" ha dichiarato il Procuratore a The Times. "Questo passo é estremamente difficile e comporta questioni molto sensibili. Ma ce la faremo".
La signora Purdy é uscita dalla Camera dei Lords per ringraziare i suoi sostenitori. Ha detto che era in estasi. "Sento come se fossi una persona normale. Questo fatto mi ha restituito la vita. Voglio viverla appieno, ma non voglio soffrire inutilmente alla fine. Questa decisione significa che posso fare una scelta informata insieme a Omar (suo marito, il violinista cubano Omar Puente, ndr), che gli permetta di viaggiare con me all'estero per mettere fine alle mie sofferenze. Sono grata ai giudici per aver ascoltato e sollevato questo caso".
Lord Pannick, QC in rappresentanza della signora Purdy, ha dichiarato di sperare che la "Guida" del Procuratore Generale garantisca "che qualcuno, di fronte al tremendo richiamo della signora Purdy, avrà almeno il conforto di sapere che il coniuge o l'amico che gli stringerà la mano mentre muore non finirà imputato in Old Bailey". (Old Bailey, edificio che ospita la corte criminale inglese per l'area di Londra ed eccezionalmente per altre aree dell'Inghilterra. ndr)
L'avvocato della signora Purdy, Saimo Chahal, dello studio legale Bindmans, ha detto: "E' una vittoria fantastica anche in considerazione del fatto che é stata una decisione unanime e che si tratta della Camera dei Lords, l'ultima istanza di giudizio, la quale allarga così l'ambito dell'articolo 8 della Convenzione Europea sui Diritti Umani".
In una dichiarazione dopo il verdetto, il Procuratore Generale Mr Starmer ha detto: "La Procura ha grande comprensione delle circostanze personali della signora Purdy e della sua famiglia. Ci sforzeremo per definire un testo provvisorio al più presto possibile che delinei i principali fattori sia a favore sia contro il processo penale. A tal fine, un gruppo di lavoro elaborerà delle proposte durante l'estate, che saranno esaminate in modo da poterle implementare verso la fine di settembre. Una volta pubblicata la "Guida", procederemmo ad una consultazione pubblica che ci consenta di conoscere l'ampia varietà di punti di vista sull'argomento".
Sino ad oggi, 115 persone hanno viaggiato dalla Gran Bretagna alla Svizzera, per essere assistiti a morire. Otto casi sono stati denunciati alla Procura Generale ma nessun parente é stato imputato. Tuttavia, l'incertezza ha indotto alcune persone a fare l'ultimo viaggio da sole, senza accompagnatori, in modo che questi non corrano il rischio di subire un processo penale.
Lord Hope of Craighead, dando lettura al verdetto, ha affermato: "Per tale motivo altre persone hanno abbandonato l'idea del suicidio assistito e hanno avuto una morte penosa e indegna".
Sarah Wootton, direttrice di "Dignity in Dying", ha detto che il verdetto dovrebbe fare chiarezza nella "attuale confusione legale". Ha aggiunto: "Una legge che non si capisce, anche se sostenuta o applicata dalla maggioranza del pubblico, è inadeguata. Il verdetto distingue tra l'incitazione malevola al suicidio e il sostegno compassionevole a chi ha deciso di morire. Questi atti sono trattati in modo diverso. Sempre più persone vogliono scegliere come finire la loro vita. Tuttavia, sino ad ora la legge non ha chiarito se le persone che accompagnano qualcuno a morire all'estero subiranno o meno un processo".
Il mese scorso, una proposta di emendamento alla legge vigente, presentato da Lord Falconer of Thoroton, che avrebbe eliminato il rischio di un processo penale per chi accompagna a morire all'estero un malato terminale, era stata respinta dalla Camera dei Lords, riunita non come Corte di Giustizia ma come seconda Camera legislativa.