“Signore e Signori della Giuria, quasi tutti i delinquenti sessuali che agognano rapporti fisici pulsanti, languido-gementi, ma non necessariamente di coito, con una ragazzina, sono individui diversi dagli altri, innocui, incapaci, passivi, timidi, e alla comunità chiedono soltanto di poter continuare nel loro comportamento cosiddetto aberrante, e in pratica innocuo, nei loro insignificanti, ardenti, umidi atti intimi di deviazione sessuale senza essere perseguitati dalla polizia e dalla società. Non siamo demoni sessuali. Non violentiamo come fanno i valorosi soldati. Siamo gentiluomini infelici, miti, con occhi melanconici come quelli dei cani, sufficientemente padroni di noi stessi per dominare i nostri impulsi alla presenza di estranei, ma pronti a dare anni e anni di vita per un’unica probabilità di toccare una ninfetta. Non siamo, nel modo più assoluto, assassini. I poeti non uccidono mai.”
Da “Lolita” di Vladimir Nabokov (Traduzione di Bruno Oddera)