Giovedì, 30 Ottobre 2008 06:20
LA LEZIONE DI ARON
Raymon Aron (1905-1983): un intellettuale libero che ha scritto un suo personale manifesto la cui essenza è rintracciabile nelle ultime pagine de "L'oppio degli intellettuali".
"L'intellettuale non si deve sottrarre all'impegno e, quando partecipa all'azione, ne deve accettare tutta la durezza. Ma deve sforzarsi di non dimenticare mai le tesi dell'avversario, né l'incertezza dell'avvenire, né i torti dei suoi amici, né la segreta fratellanza tra combattenti".
La durezza dell'azione più che subita va accettata come ineliminabile componente di un percorso di pensiero libero che rifugga dal conformismo e dall'opportunismo (tipico di quell'intellighenzia di sinistra organica al partito comunista che, nella Francia del secondo dopoguerra, dominava la scena). Il dibattito, pertanto, tenendo conto che nell'incertezza dell'avvenire non vi sono verità eterne, pur nella ferma proposizione delle idee nelle quali si crede, deve rispettare le tesi dell'avversario e tenere conto dei torti della sua fazione.
Solo così gli intellettuali possono adempiere al loro compito produrre, valutare e selezionare le idee.
Sotto un'angolatura lievemente diversa, sul ruolo degli intellettuali nell'attuale società si è scritto nella presentazione di "Un'idea di città", il foglio mensile della Fondazione Mediterranea, al cui sito si rimanda (www.unideadicitta.it).