Un potere lontano, invisibile, di cui se ne può solo intuire forma e dimensioni, senz’anima e sensi, incapace quindi d’ascolto; un potere nascosto dietro l’asettica facciata della burocrazia, pertanto non identificabile in una specifica persona che non sia un oscuro e anonimo funzionario statale; questo tipo di potere, così come tratteggiato da Kafka, dispone e disfa senza che per i cittadini-sudditi vi sia alcuna possibilità di poter influire sul percorso decisionale.
Questo potere sembra essere esercitato dal monopolista dei trasporti passeggeri tra Reggio e Messina. Cala così dall’alto una mannaia che, riducendo il numero delle corse e di fatto imponendo una sorta di coprifuoco sullo Stretto, non tiene in alcuna considerazione le esigenze del tessuto umano, culturale e produttivo, di quella particolare koinè costituita dall’Area dello Stretto.
Messinesi, reggini, villesi: cittadini senza diritti, inascoltati sudditi, imprigionati in una dimensione di kafkiana impotenza dalla quale non riescono a evadere.
Anni di incontri e riunioni, di idee e progetti, annullati con un semplice tratto di penna da insignificanti “monsù travet” che, insidacabilmente decidendo i tempi e l’organizzazione del lavoro di chi giornalmente usa mezzi pubblici marittimi, prima di andare in ferie si concedono la dolce ebbrezza del potere.
Nessuna reazione, né pratica né teorica, riesce a modificare una situazione che, per quanto paradossale, deve comunque essere subita: come su di un registro onirico, tutti gli sforzi si annullano nell’immobilismo della sorda burocrazia. “In questo luogo sacro dove le onde greche vengono a cercare le latine” assistiamo al kafkiano trionfo dello status quo.
Nel saggio “La metropolitana del mare” redatto da Domenico Gattuso, ordinario di Trasporti all’Università Mediterranea, e da Giuseppe Vermiglio, ordinario di Diritto della navigazione dell’Università di Messina, è esposta l’idea progetto per un servizio di trasporto metropolitano sullo Stretto, rapido e frequente e costante, integrato con le reti di trasporto urbano di Reggio e Messina.
“Vox clamans in deserto”, alla luce di quanto avviene oggi.
Nel citato saggio, edito due anni fa dalla Fondazione Mediterranea e scaricabile in formato pdf dal sito www.fondazionemediterranea.eu, si riporta in appendice uno scritto storico dell’on. Nello Vincelli: datato 1982, vi si descrivono e analizzano le stesse problematiche su cui oggi dibattiamo.
È come se il tempo si fosse fermato.
A distanza di più di un quarto di secolo dalla lucida analisi del parlamentare reggino, lo status quo permane inossidabile. Gli incontri tra Atam e Atm rimangono inutili esercizi dialettici; i summit tra i vertici delle Provincie sembrano essere solo passerelle elettorali; le proteste dei comitati spontanei restano lettera morta; le iniziative della Fondazione Mediterranea appaiono sterili esternazioni; il comune sentire delle cittadinanze interessate si inaridisce nella sensazione di impotenza.
Oggi i pendolari dello Stretto sono un po’ meno cittadini portatori di diritti e un po’ più inascoltati sudditi.