Con molto ritardo oggi viene solo sfiorato un argomento che da qualche anno è presente nell'agenda della Fondazione Mediterranea. Già nel 2004, con precisione giovedì 25 novembre, la Fondazione aveva infatti affrontato il tema de "Il sistema portuale dell'area integrata dello Stretto" in un convegno che aveva visto la partecipazione di Giuseppe Guacci, allora presidente dell'autorità portuale di Gioia Tauro, ed Enzo Garofalo, allora presidente autorità portuale di Messina.
L'unanime parere dei due principali relatori fu che non vi era dubbio alcuno sulla necessità che le strutture portuali gravitanti sull'area dello Stretto (Gioia, Milazzo, Messina, Villa e Reggio) dovessero fare sistema: per sinergizzare le relative operatività senza sovrapposizioni, per meglio raccordarsi ai territori di riferimento, per moltiplicare le possibilità di espansione. Da allora a tal proposito il nulla progettuale è regnato indisturbato: tale situazione di colpevole inerzia, pur parzialmente giustificata dai cambi di vertice alle Autorità e dal ricambio della leadership politica insulare, sembra ora finalmente incrinata dai vaghi accenni di interesse di cui dobbiamo ringraziare il dirimpettaio presidente provinciale.
Ma, pur prescindendo dall'ovvia necessità di fare sistema nell'area dello Stretto, vi anche un'altra ragione, storico-culturale, che spinge a una sinergia portuale transregionale che si affianchi senza sovrapporsi a quella infraregionale.
Queste ragioni antropologiche oltre che storiche sono state evidenziate da Philippe Daverio, una delle personalità della cultura italiana più attendibili in quanto attente anche all'oggi storico e al quotidiano di noi tutti: col suo programma televisivo Passepartout su Rai3, tra l'altro, ha infranto il tabù che una trasmissione culturale in terza serata non possa avere sufficiente ascolto. L'ascolto c'è stato e il successo pure, tant'è che nel 2003 al suo programma è stato conferito il prestigioso Premio Ennio Flaviano come migliore trasmissione culturale.
In una di queste trasmissioni, appunto, Daverio ha posto un interrogativo retorico per poter poi porre una tesi: perché parlare sempre di Sud e Nord dell'Italia e non invece di Est e Ovest? Le civiltà hanno sempre usato le vie d'acqua per espandersi e comunicare tra di loro sì che in Italia tra i paesi rivieraschi tirrenici, e tra quelli adriatici, è presente un certo trait d'union genetico-culturale che rende questi due insiemi dissimili come lo possono essere quelli del Sud e Nord d'Italia.
Come spesso avviene, la storia ci spiega e giustifica il presente: oggi a questa singolare koiné corrispondono abbastanza definiti interessi commerciali ed economici, che sono diversi e a volte collidenti non foss'altro che per oggettive differenze geografiche e di linee di traffici.
Si dà il caso che la Calabria sia l'unica regione d'Italia che abbia una costiera occidentale e una orientale: con forti differenze socio-antropologiche, vocazioni diverse e, in buona sostanza, interessi divergenti. Nonostante questo dato oggettivo, con un'operazione politica di ingegneria istituzionale che contrasta con una lungimirante logica di sviluppo relazionale extraregionale, in Calabria si è costruito un c. d. polo portuale regionale che, isolato dalla altre regioni italiane, vede raccordati i porti ionici di Corigliano e Crotone con quello di Gioia Tauro.
Motivazioni di razionalità economica e logistica vorrebbero che i porti orientali calabresi, destinati a interfacciarsi per linee brevi con l'Europa balcanica e con i paesi del Mediterraneo orientale, intessano stretti rapporti di collaborazione con quelli ionici pugliesi e del sud dell'Adriatico. Gioia, oltre alle grandi rotte che la congiungono al far east asiatico, è quasi naturalmente portata a fare sistema con i tre porti dello Stretto e con quello di Milazzo, oltre che con quello di Catania. Utile sarebbe, quindi, una volta realizzato uno shuttle ferroviario Gioia-Corigliano per connettere i due sistemi, creare un forte raccordo sovra-regionale tra le autorità portuali: uno per i porti dello ionio e del basso adriatico; uno per il basso tirreno calabrese, l'area dello Stretto e la costa siciliana orientale.