Giovedì, 05 Febbraio 2009 08:11

AREA DELLO STRETTO: “E pur si muove!”

L'espressione "E pur si muove!", comunemente attribuita a Galileo Galilei, che l'avrebbe pronunciata dinanzi al tribunale dell'Inquisizione dopo essere stato costretto ad abiurare la teoria eliocentrica, probabilmente gli è stata messa in bocca da Giuseppe Baretti che, nel ricostruire la vicenda pubblicandola a Londra nel 1757, intendeva così difenderne la dignità. Comunque sia, la frase si è imposta nel linguaggio comune per indicare un qualcosa o un fenomeno che, pur sotto gli occhi di tutti ma visto o percepito solo da pochi, comincia finalmente a essere evidente per tutti sì da generare un movimento di opinione o un trend.

"E pur si muove": sembra che si sia avviato un positivo trend di consapevolezza civica in grado di far polarizzare l'attenzione di tutti gli schieramenti politici sull'ineludibile necessità per la città di Reggio di vedersi e riconoscersi in un contesto storico-geografico e antropologico-sociale non solo calabrese. È la geografia, infatti, che determina la storia e le modificazioni antropologiche e sociali: una città limite, di frontiera, ultima propaggine europea continentale nel Mediterraneo, non può che costruirsi e avere un'identità imperfetta, come è accaduto e accade a tutti gli avamposti territoriali.

Riprendendo una tesi formalizzata in una proposta di legge regionale dell'on. Bova nel 2003, il neo segretario del PD Giuseppe Strangio ha alzato il tiro e nei giorni scorsi ha illustrato alla stampa il testo di un emendamento presentato al Disegno di legge delega al Governo in materia di federalismo fiscale: si propone che il comprensorio di Reggio Calabria venga inserito tra le aree metropolitane già individuate (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli).

La proposta di emendamento non è una boutade, tutt'altro: aa zona che va da Melito a Rosarno, infatti, già fornita di un suo sistema di trasporto metropolitano di superficie e comprendente al suo interno il porto di Gioia, è l'unica ad avere le caratteristiche di area metropolitana a sud della linea Napoli-Bari.

L'approvazione dell'emendamento determinerebbe la possibilità che Reggio si costituisca città metropolitana all'interno dell'individuata area. A questo punto sarebbe possibile creare un "consorzio" interregionale con la città metropolitana di Messina (la Sicilia, regione a statuto speciale, ha individuato autonomamente tre sue aree e città metropolitane: Palermo, Catania, Messina) che di fatto creerebbe la Città Metropolitana dello Stretto: primo passo di un percorso di autonomizzazione che potrebbe concretizzarsi, tramite referendum popolare, anche in una miniregione fatta di provincie autonome (come per Trento e Bolzano).

"E pur si muove!": della Calabria dalle 43 etnie e gruppi culturali, la zona del Reggino tirrenico è forse la meno calabrese: delle tante Calabrie è la meno continentale, la più mediterranea; è anche un po' "insulare"? Dal punto di vista socio-culturale certamente: l'insularità è anche psicologica, è uno stato della mente, una sensazione di isolamento, una coscienza di diversità. A ben guardare lo può essere anche dal punto di vista topografico: insularità come specificità territoriale e perifericità dal contesto regionale (non è senza significato che in alcune cronache bizantine anche l'estremo lembo dello Stivale venisse chiamato Sicilia).

"E pur si muove!": finalmente i reggini e i loro politici, presa coscienza della propria imperfetta identità, e acquisito il concetto che la ricchezza si produce anche integrando territori e creando regioni economiche di fatto, si sono finalmente convinti che la loro città non riuscirà mai a esprimere appieno le sue potenzialità se rimarrà ancorata a quei rigidi schemi regionali tanto cari al potere burocratico-centralista.


Ultima modifica il Sabato, 16 Maggio 2009 20:39

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