L’assegnazione a Reggio, da parte del Comitato di gestione dell’Agenzia delle Dogane, della sede della Direzione doganale regionale – avverso la quale era stato fatto ricorso da parte della città di Catanzaro presso il Tar del Lazio, che le aveva dato ragione con una sentenza successivamente impugnata da Reggio presso il Consiglio di Stato, che a sua volta l’ha ritenuta immotivata – era stato l’epilogo, logico e coerente, di un processo riorganizzativo il cui inizio in Calabria è da far risalire al 17 novembre del 2005.
Prima di allora l’Agenzia era così strutturata: Direzioni regionali; Direzioni circoscrizionali; Uffici tecnici di Finanza; Uffici delle dogane. La Calabria, accorpata alla Campania, aveva la sua Direzione regionale a Napoli (analoga fusione vi era anche tra Marche e Molise, Piemonte e Val d’Aosta, Lazio e Umbria); la Direzione circoscrizionale aveva sede a Reggio Calabria; l’Ufficio tecnico di Finanza a Catanzaro; Uffici di dogana erano presenti presso porti e aeroporti. Eliminate tutte queste differenziazioni, il nuovo assetto si è basato su tre uffici doganali (Reggio Calabria, Gioia Tauro, Catanzaro), sempre sottoposti alla Direzione regionale di Napoli, con le funzioni di quelli soppressi nell’ambito territoriale loro assegnato. Questa razionalizzazione, che ha concentrato nelle nuove strutture doganali competenze e funzioni in parte diffuse (dogane e sezioni doganali aeroportuali) e in parte accentrate (Direzione circoscrizionale e Ufficio tecnico di finanza), ha evitato sovrapposizioni e ha reso l’Agenzia più vicina al territorio.
Ne è risultato che l’Ufficio doganale di Reggio ha avuto competenza sulle province di Reggio e Vibo Valentia, con l’esclusione dell’ambito portuale di Gioia comprendente i comuni di Gioia Tauro e San Ferdinando: una volta soppresse la dogana di Vibo Marina e la sezione doganale dell’aeroporto dello Stretto, si è articolato nelle corrispondenti sezioni operative territoriali. L’ufficio doganale del porto di Gioia ha avuto territorialmente le competenze della Direzione circoscrizionale di Reggio e della soppressa dogana di Gioia. L’ambito dell’Ufficio di Catanzaro ha compreso anche le province di Crotone e Cosenza: abolita la dogana di Catanzaro Lido, di Paola e di Crotone, oltre alla sezione doganale dell’aeroporto lametino, si è articolato con le sezioni territoriali operative di Cosenza, Crotone e aeroporto di Lametia (è di prossima istituzione quella di Corigliano).
Questo assestamento dell’operatività in Calabria si è attuato contestualmente all’analoga riorganizzazione in Campania, che ha visto la nascita di cinque uffici: Napoli, Salerno, Benevento, Avellino, Caserta.
Il logico passo successivo era quello dell’istituzione di una Direzione regionale calabrese indipendente da Napoli. L’atteso passo, più volte sollecitato e finalmente annunciato dal viceministro dell’Economia Vincenzo Visco proprio a Reggio poco prima della crisi del Governo Prodi, aveva rinfocolato l’eterna querelle calabrese sulla localizzazione delle sedi delle direzioni degli uffici regionali. Nel caso specifico: a Catanzaro, capoluogo di Regione e già sede dell’Ufficio tecnico di Finanza; o a Reggio, già sede della Direzione circoscrizionale, città in cui erano immediatamente disponibili immobili e strutture oltre a personale già formato? Per mesi si è assistito a duelli mediatici, fatti a suon di editoriali e comunicati stampa, tra i sostenitori di queste due posizioni: il “partito” pro Catanzaro, non riconoscendo continuità tra la vecchia direzione circoscrizionale e la nuova direzione regionale, si era arroccato sulla questione di principio che comunque ogni direzione regionale dovesse collocarsi nel Capoluogo; analoga questione, basata più su temi di ordine economico e organizzativo, faceva il “partito” pro Reggio, rispolverando tra l’altro vecchi accordi stipulati nel 1971 all’indomani della pacificatoria spartizione tra le due eterne rivali delle sedi di Giunta e Consiglio regionale.
Alla formulazione del deliberato del comitato di gestione dell’Agenzia delle Dogane, più delle pressioni delle lobby cittadine, hanno comunque influito valutazioni di ordine razionale ed economico: possibilità di effettuare l’operazione a costo zero usando le strutture e il personale della vecchia Direzione circoscrizionale; il 90% degli introiti di dazi, accise, Iva e altri tributi è realizzato dagli Uffici delle Dogane di Reggio Calabria e Gioia Tauro; il 97% del valore dell’import/export regionale si svolge nella provincia reggina.
Oggi la questione, con il dispositivo del Consiglio di Stato, è definitivamente risolta. Questa, però, sembra essere una classica vittoria di Pirro: secondo alcuni dispositivi attuati dal ministro Brunetta (art. 74 del decreto), infatti, si potrebbe assistere a un accorpamento delle Direzioni regionali dell’Agenzia delle Dogane per macroregioni, la qual cosa comporterebbe la soppressione di quella calabrese. Tanto rumore per nulla, quindi. Attendiamo la prossima puntata.