Nel 2003 Giuseppe Buzzanca, durante il suo precedente mandato di sindaco di Messina, aveva avuto un abboccamento con il sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti: i due erano stati d’accordo sull’idea che l’Area dello Stretto avrebbe dovuto comunque procedere, anche senza pensare a una vera conurbazione cittadina, verso una sempre maggiore integrazione e, se possibile, verso la creazione di una Città Metropolitana su base pluricomunale. Queste tesi sono state sostanzialmente ribadite nel corso dell’incontro avvenuto venerdì 12 settembre a palazzo Zanca in Messina, al quale ha partecipato anche Nanni Ricevuto, presidente della Provincia regionale, che qualche giorno prima si era abboccato con Giuseppe Morabito. (Non si hanno notizie della nuova amministrazione comunale di Villa San Giovanni).
L’area metropolitana dello Stretto qualche anno fa, ai tempi dei presidenti Pietro Fuda e Salvatore Leonardi, era stata già oggetto di un protocollo d’intesa tra le amministrazioni provinciali dirimpettaie: molte erano state le aspettative; deludenti i risultati.
Stavolta si dovrebbe andare più speditamente e concretamente, anche perché nell’ultima campagna elettorale sia Buzzanca che Ricevuto hanno inserito il tema dell’integrazione dell’area nel loro programma elettorale. Un accordo di programma, condiviso dalle Amministrazioni locali dello Stretto e da sottoscrivere in un vertice già fissato a palazzo Zanca per il prossimo 23 settembre (ci sarà stavolta il sindaco di Villa?), infatti prevede: attuazione di strategie per il rilancio economico e per una maggiore coesione socio-territoriale; posa a fulcro di sviluppo il potenziamento della mobilità integrata e della logistica; sostegno a progetti finalizzati al rafforzamento dell’economia ed alla qualificazione del sistema delle infrastrutture.
È da quasi quaranta anni che non si parlava più in maniera così concreta e coerente di queste cose: è nel 1970, infatti, che vennero delineate le linee guida di un’integrazione che si sarebbe dovuta sviluppare su tre livelli coordinati.
Nel documento programmatico 1970-1975 del Ministero del Bilancio (all. IV pag. 51 e segg., 1970), compreso nel cosiddetto “Progetto 80”, si evidenziava l’importanza per il Sistema Italia di un efficace collegamento isola/continente che non fosse puramente strumentale-tecnico ma passasse anche attraverso una solida e strutturata integrazione socio-economica dei territori. Nel “Progetto 80” venivano indicati tre livelli di integrazione: 1) interregionale – comprendente Calabria, Sicilia e, marginalmente, Campania e Basilicata; 2) interprovinciale – embrione di un vero e proprio sistema metropolitano dello Stretto, composto dai territori provinciali di Messina e Reggio; 3) urbano – ipotesi di conurbazione tra Messina, Villa e Reggio.
Ci vollero quasi 12 anni perché si creassero le condizioni politiche per presentare in Parlamento questa ipotesi di sviluppo dell’Area dello Stretto: un ordine del giorno (a firma di Calarco, Vincelli, Santalco, Genovese e Fimognari) venne accettato dal Governo il 23 marzo del 1982. Successivamente, con il rilevante contributo del sen. Libertini, la tesi viene ripresa e approfondita nel convegno organizzato dalla CGIL a Messina il 15 luglio dello stesso anno (“Proposte per il collegamento Sicilia-Calabria e per il riequilibrio Nord-Sud in Europa e nel Mediterraneo”). Questa ipotesi di sviluppo a cavallo di due regioni ottenne il placet del CER (Centro Europeo Ricerche) nel novembre 1982 in una riunione presieduta dal ministro ai Lavori Pubblici on. Franco Nicolazzi.
Il 12 settembre gli Enti Locali dello Stretto hanno ripreso a dialogare proficuamente: intervenendo con fermezza su Rfi ed il Governo nazionale, per lamentare le condizioni di trasporto nello Stretto; sollecitando il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, a dimissionare l’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti; concordando un reciproco chiarimento sulla volontà di stabilizzare i collegamenti tra la Sicilia nord-orientale e il Tito Minniti; programmando la prossima riunione per il 23 settembre; promuovendo un evento congiunto per ricordare la tragica alba del 28 dicembre del 1908.
Finalmente il seme deposto dalla Fondazione Mediterranea sta dando il suo sperato frutto: dal livello teorico-propositivo, incubato e fatto opportunamente sviluppare (all’uopo si consiglia di visitare il siti www.fondazionemediterranea.eu), si sta passando al livello politico, l’unico in grado di dare concretezza a idee e progetti.