Enzo Vitale, spontaneamente determinatosi verso un ideale consono alla sua natura, è la quintessenza del soggettivismo, assicurato com'è del vero dalla coorte di sentimenti scaturiti dall'immagine prima, che egli stesso si dà, di fatti e circostanze: tutto è frutto della sua fedele devozione alla bellezza di una realtà reinterpretata, affascinante e piena di poesia, fantastica, quasi "un magico sipario sospeso dinanzi al mondo concreto" (M. Kundera) che egli non vede e di cui non percepisce l'esistenza. (Dalla presentazione di Antonino Monorchio).