Un fatto non evidenziato sufficientemente dai media: nella tornata elettorale che ha portato Barack Obama alla Casa Bianca, i cittadini americani di molti Stati si sono espressi anche su una serie di referendum. Uno dei quesiti referendari posti nello stato di Washington è stato sulla liceità del suicidio assistito per i malati terminali con una previsione di vita inferiore a sei mesi.
Ebbene, il 58% dei votanti si è espresso in senso positivo ovvero ha risposto che il malato terminale ha il diritto di autodeterminare la fine anticipata della propria esistenza quando, in piena autonomia di giudizio, la reputi a tal punto degradata da non consentirne una dignitosa fruizione.
Un’altra conquista di civiltà, un altro passo verso quella libera autodeterminazione del sé che si può iconicamente tratteggiare nel diritto, ipotizzato dall’illuminista Immanuel Kant, di poter uscire quando si vuole dalla vita come si “esce da una stanza piena di fumo”.
La grandezza della vita umana risiede in ciò che si riesce a costruisce giorno su giorno, in ciò che di questa vita si riesce a godere, in tutto ciò che accumuliamo in conoscenza, in quella saggezza che col passare degli anni ci rende più tolleranti e lungimiranti, nell’amore con cui ci rivolgiamo e trattiamo i nostri pari: insomma, in tutto ciò che ci rende uomini.
La sofferenza, fisica e morale, che in una certa misura favorisce il nostro personale percorso di crescita, portata oltre un certo limite non aiuta ma ci fa regredire: se al dolore si aggiunge la perdita della speranza di guarigione, la richiesta di poter uscire da una vita che ormai è solo fonte di disperazione e sofferenza, da una vita che ha perso le caratteristiche dell’umanità e che si è trasformata nel suo opposto, deve diventare un diritto dell’uomo libero.
Questo diritto, fin oggi praticato solo con l’aiuto di amici consenzienti, finalmente comincia a essere riconosciuto: un altro passo in avanti verso quell’etica della vita che, basata sul rispetto dell’uomo, è destinata a spazzar via quella della colpa e del castigo.