Cominciamo col dire che cos'è il Commissario, mitica figura dai poteri "illimitati" ovvero includenti quelli del Sindaco, della Giunta e del Consiglio: un monarca assoluto che nel nostro caso, vista la complessità dell'Ente, verrebbe affiancato da sub commissari con deleghe specifiche; un despota temporaneo che, per quanto illuminato, non dovendo rispondere a un elettorato, non farebbe mai scelte politiche ovvero non assumerebbe mai decisioni strategiche in linea con una qualche idea di bene comune; un buon amministratore del quotidiano che, nella migliore delle ipotesi, si lascerebbe alle spalle uno status quo ante.
Il decreto di scioglimento di un consiglio comunale, sulla base di quanto disposto dagli articoli 141-142-143 del D. L. 267/2000 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), viene adottato dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno a seguito di un procedimento avviato dalla Prefettura. Le motivazioni devono essere molto gravi. Riassumiamole sinteticamente: compimento di atti contrari alla Costituzione o violanti gravemente e reiteratamente le leggi; impossibilità di assicurare il funzionamento della macchina amministrativa per dimissioni o decadenza del Sindaco o di più di metà Consiglio; mancata approvazione del bilancio; ecc.
Altro motivo di scioglimento è costituito dall'emersione di elementi reali e solidi, oltre che rilevanti, che depongano per un collegamento diretto o indiretto degli amministratori con la criminalità organizzata: sì che questa sia in grado di condizionare i deliberata amministrativi con grave e perdurante danno alla legalità e alla pubblica sicurezza. In tal caso non è sufficiente la proposta del Ministro degli Interni ma è necessario un deliberato del Consiglio dei Ministri per insediare l'organo monocratico che, stavolta, sarebbe costituito da una terna di commissari. Altra particolarità riguardante questi tipo di commissariamento è quella relativa alla sua durata: da 12 a 18 mesi con una possibile proroga fino a un massimo di 24 mesi.
Ciccio Franco, senatore reggino, ebbe così a esprimersi nei riguardi del commissariamento: "il peggiore dei sindaci è comunque migliore del più bravo dei commissari". Pur non ritenendolo un grande statista e prescindendo dalle sue convinzioni ideologiche, cito Franco come reggino doc che comunque ha sempre seguito una sua idea di bene comune cittadino.
Reggio ha già subito, prima della sindacatura dell'on. Giuseppe Reale, questo schiaffo istituzionale: la memoria cittadina non può essere tanto corta da aver annullato il bruciante ricordo di quell'umiliazione. Chi, pur di ribaltare le fortune politiche degli attuali occupanti Palazzo San Giorgio, si augura la terna commissariale o il singolo commissario è un minus habens o un piccolo uomo in malafede, comunque un nemico della città e del suo futuro.
Anche se è una realtà a noi molto distante, voglio in questa sede riportare quanto accaduto a Siena non più di qualche giorno fa: dopo chilometrica discussione il consiglio comunale, a seguito di lotte intestine riguardanti la nomina del CdA del Monte dei Paschi di Siena da parte della Fondazione MPS, ha bocciato per la seconda volta il bilancio 2011 aprendo al commissariamento e ad elezioni anticipate. Un esponente politico del PD così si era espresso il giorno prima: "'Chi parla di normalità di commissariamento in un momento come questo, o addirittura lo auspica, non si rende conto degli effetti gravi che questo provocherebbe sulla città e, soprattutto, sulle persone. Verremmo a perdere un punto di riferimento fondamentale per la città, in un momento nel quale c'è bisogno di azione amministrativa, di scelte concrete, di un'istituzione che con le sue politiche si faccia carico delle difficoltà economiche e sociali. Chi parla del commissariamento come di una vittoria, lo fa sulla pelle della città e ne dovrà rispondere di fronte ai cittadini''.
Se quanto detto è valido per Siena, perché non dovrebbe esserlo per Reggio. È per questo motivo che reiteriamo la nostra convinzione: chi, sottotraccia o apertamente, briga per il commissariamento di Reggio non può essere che un nemico della Città.