e ci si accorge che quello cui si era assistito non era un brutto sogno ma la triste realtà.
Assistiamo in diretta alla fine della politica, delegittimata da sospetti e personalismi, da ambizioni e miseri interessi; assistiamo alla mortificazione dell'idea di bene comune, sottomessa a beghe interne agli schieramenti, e all'umiliazione della sincera frequentazione di pochi a Palazzo San Giorgio.
Quanto accaduto ci scodella sotto il naso la miopia e l'inettitudine dei nostri amministratori presi nel loro insieme. Hanno dimostrato di essere una feroce nidiata di topolini che si azzannano appena il gatto si allontana; una banda di nani che mettono su un sabba impazzito appena lontano il padrone.
I nostri amministratori, nel loro complesso, si sono mostrati come nani rissosi e maligni, senza un disegno coerente e compiuto, assolutamente inadeguati al loro ruolo.
Le dimissioni del sindaco ff Giuseppe Raffa, se non ritirate entro venti giorni, ossia alla vigilia di Ferragosto, aprono la porta al commissariamento comunale riportandoci a quell'atmosfera dei primi anni Novanta che pensavamo esserci messa definitivamente alle spalle.
Il senatore reggino Ciccio Franco un giorno ebbe a dire che "il peggiore dei sindaci è comunque migliore del più bravo dei commissari". Giuseppe Scopelliti ha affermato che questa è un'indiscutibile verità: da lui, come unica persona in grado di dirimere la questione, ci si aspetta un comportamento coerente con le sue affermazioni.
Chiedo scusa agli amministratori reggini per questo sfogo, ottime e stimabili persone considerate isolatamente, ma a cui, nel loro complesso di classe dirigente, il cittadino reggino non può perdonare di aver fatto risvegliare la città kafkianamente trasformata in un repellente insetto.
Una metamorfosi che Reggio non meritava e della quale i nostri amministratori sono senza ombra di dubbio gli unici responsabili.