Pur avendo alcuni elementi per poter esprimere un'opinione sui temi più tirati in ballo che esaustivamente trattati nell'affondo originario, oltre che sulle proposizioni rese pubbliche in risposta, l'obiettivo di questo mio intervento non è quello di prendere posizione nella querelle, che peraltro non mi riguarda, ma di additare una sorta di inviperimento della polemica politica che, anche in un'ottica pre-elettorale, non può portare nulla di buono per la città.
Non si tratta, infatti, di una legittima lotta di un manipolo di innovatori contro una concezione di partito legata a dinamiche corrotte e corruttrici in stile prima repubblica; non siamo di fronte agli effetti di una tensione morale polarizzata a smascherare giochi truccati, a destabilizzare dinamiche oligarchiche, a umanizzare macchine spersonalizzanti; non vediamo tentativi di rendere trasparenti ed efficienti luoghi di infinite e paralizzanti mediazioni. Ciò che si evidenzia è una dura lotta per mantenere e acquisire posizioni da cui determinare o indirizzare decisioni e scelte e strategie.
Mi si può obiettare che la politica/amministrazione è fatta di uomini e del peso che loro hanno nei partiti e nelle istituzioni; che il raggiungimento degli obiettivi passa necessariamente attraverso l'occupazione di posti di potere; che per portare avanti costruttivamente la propria idea di bene comune occorre prima sapersi imporre; che per far ciò ogni mezzo lecito dev'essere concesso.
Questo non esclude, però, che è comunque alla Politica con la maiuscola, a quella delle idee ma anche delle utopie e dei sogni, che bisogna tendere: a quella che è capace di disegnare il nostro futuro e di costruire una visione condivisa di bene comune, a quella che ha portato alla Città Metropolitana e che sta costruendo il nuovo volto di Reggio. Ma questa Politica non si può fare con le risse.