e organo dell'associazione dei ristoratori italiani e dei consorzi albergatori del Mezzogiorno. È il numero di luglio/agosto del 1971 e non ricordo per quale motivo l'ho conservato insieme ad altri periodici ed effemeridi. Lo sfoglio e, oltre alla piacevole sorpresa di trovare un paio di pagine dedicate al ristorante Conti, locale storico reggino allora era situato ad angolo tra via Giulia e via Zecca, e alle sue ricette, mi imbatto in un pezzo, firmato da Alberto Battain nella sua qualità di vicepresidente del Consorzio degli albergatori della Calabria, dal titolo "Non basta avere il sole per attirare il turista straniero" e sottotitolato "Una situazione preoccupante: si può rilanciare il nostro turismo ma sono necessarie misure immediate".
Un chiaro ed esaustivo cahier de doléances che provo a riassumere per la sua parzialmente conservata attualità.
Posto che il costo dei beni e dei servizi turistici (che comprendono, oltre alla spesa alberghiera, i trasporti, i pedaggi, le infrastrutture di vario genere, ecc.) è determinante ai fini della scelta del turista, non ha molto significato un'offerta favorevole in prestazioni alberghiere se non accompagnata dalla competitività degli altri servizi. È sintomatico il fatto che su di una spesa turistica ragguagliata a 100, la quota assorbita dal vitto e alloggio al Sud incide mediamente per un 40% contro il 55-60% di altri Paesi.
La nostra offerta turistica poche volte corrisponde alla esigenze attuali della domanda sia perché soffre della carenza di infrastrutture sia perché ancora in troppe località e presso molti operatori manca un'adeguata mentalità turistica. Le lamentele riguardano anche la qualità del servizio, cosa ancor più grave perché l'attività turistica che, in buona sostanza, si risolve in una fornitura di prestazioni in cui l'elemento umano è fondamentale. Viene sottolineata la scarsa serietà dimostrata da diversi operatori, il che contribuisce a far considerare poco degna di fiducia e poco credibile la nostra offerta in generale. Si evidenzia, inoltre: l'applicazione di tariffe fuori mercato; la carenza di preparazione tecnica e psicologica dei suddetti operatori; la loro imperfetta conoscenza del settore turistico; la scarsa informazione sull'offerta concorrente, la qual cosa impedisce loro di comprendere cha la gestione di un'azienda alberghiera non può vivere di espedienti temporanei.
Tante cose sono cambiate, soprattutto sul fronte della preparazione degli operatori turistici, ma alcuni problemi evidenziati nel pezzo di Battain rimangono sostanzialmente invariati pur essendo passati quasi quaranta anni da quando questo è stato scritto. Mi riferisco all'offerta di servizi che integrino e complementino quelli prettamente alberghieri, ancora ampiamente carente, e alla deficienza infrastrutturale, che penalizza gli operatori producendo un aumento di spesa complessiva per il turista. Insomma oggi, a fronte di una maggiore professionalità dei nostri operatori turistici, il contesto in cui loro operano rimane altamente penalizzante.
Il Sistema Turistico Locale potrebbe essere una soluzione adatta a ridimensionare il gap esistente tra la nostra provincia e le altre anche vicine: stenta però a decollare perché a una sua impostazione privatistica, ovvero dinamica e funzionale, sembra essere preferita una tradizionale in fallimentare stile carrozzone politico. Insomma all'interno dell'STL sembra si stia preferendo un'equilibrata presenza politica, ma non qualificata turisticamente, a una presenza viva e concreta di operatori specializzati del settore.
È un errore che costerà caro.
Venerdì, 10 Luglio 2009 07:13
VECCHIO E NUOVO TURISMO: DAL FAI DA TE ALL'STL
Mentre riannodo i fili della memoria col riguardare vecchie riviste e giornali riposti e poi dimenticati in un fondo di armadio, mi imbatto in una copia di "Alberghi e ristoranti d'Italia", "rivista mensile dell'ospitalità, della gastronomia e del turismo"