che, pur persona reale, viene valutato per le sue produzioni e non per le sue inclinazioni nella vita privata, anche se oggettivamente riprovevoli. È come se alla grandezza del genio artistico si tollerassero circostanze e fatti per i quali persone normali subirebbero un forte ostracismo sociale.
Ora, se si considera la politica come l'arte del possibile, ovvero se poniamo il genio politico sullo stesso registro di quello artistico, si arriva a valutare l'operato politico sulla base di un giudizio estetico scollato dal comune quotidiano ovvero con parametri diversi con i quali si giudicano altre produzioni dell'ingegno umano: da qui il passo è breve verso l'estensione di questa sospensione del giudizio morale dalla produzione politica al personaggio politico.
Nelle attuali elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, nelle quali il Capo del Governo è risultato a Reggio il più votato, sembra sia accaduto proprio questo: le faccende di vita personale di Berlusconi, e le sue misere storie di ninfette alla Nabokov, per le quali qualsiasi persona normale sarebbe stata messa alla gogna sociale, non hanno sostanzialmente influito sul giudizio che l'elettore ha dato sulla sua azione politica. Come per il protagonista di un'opera letteraria o per un grande artista, assimilando il concetto di produzione politica a quello produzione artistica, si è attuata una sorta di "sospensione del giudizio morale" per Berlusconi, massima espressione italiana dell'arte della politica.
Penso che non si sia in grado, oggi, di stabilire se quanto accaduto sia un bene o un male; se sia corretto, nel perseguire la propria visione di bene comune, pragmaticamente accettare un capo coalizione dai comportamenti etici così discutibili; se e fino a che punto sia utile subire una leadership moralmente impresentabile pur di non compromettere una coalizione in grado di far emergere da un ostracismo durato oltre mezzo secolo una moderna destra di governo.
Le religioni da sempre si interrogano sulla necessità del male: senza il male potrebbe esistere il bene? Il male è anche frutto della volontà divina? Trasferendo queste domanda in politica, senza Berlusconi la destra italiana si sarebbe potuta trasformare in una moderna forza di governo in grado di interpretare al meglio gli umori e le istanze della popolazione? Berlusconi, unto dal Signore, un male necessario?