Non posso esprimermi, per ovvi motivi, se sia merito o meno della Fondazione Mediterranea l’aver avviato una sorta di circolo virtuoso di rilanci tra destra e sinistra sulla questione dell’area metropolitana dello Stretto: fatto sta che sembra di attraversare un periodo magico per l’idea di una regione economica ed identitaria che superi d’un balzo le pastoie regionali e si libri verso un proprio libero ed autonomo avvenire.
È così che dopo il rispolvero a opera della Fondazione Mediterranea del “Progetto 80” e delle interpellanze parlamentari prodotte in quel periodo, a cura dei parlamentari Vincelli, Calarco e Fimogliari, sulla necessità della conurbazione tra Reggio e Messina (allora il sogno si chiamava così), oggi destra e sinistra giocano al rialzo e si contendono a suon di azioni politiche il consenso di una cittadinanza sempre più convinta che non possa ipotizzarsi un futuro meritevole di essere desiderato se non automizzandosi da un potere regionale sempre più duro e ostile verso la città dello Stretto.
Le ultime dichiarazioni del presidente Bova, cui si deve riconoscere di aver anticipato i tempi con la sua proposta di legge regionale sulla specificità dell’area metropolitana di Reggio, danno un ulteriore contributo all’idea sponsorizzata dal segretario provinciale del PD Giuseppe Strangio.
Dimostratosi possibilista sulla loro esposizione al G8, Bova sottolinea che Reggio deve avere una sua specifica contropartita che non derivi solo dall’impatto mediatico. Questa contropartita si deve concretizzare in un riconoscimento delle legittimità dell’emendamento portato avanti dalla parlamentare Laganà sull’istituzione di un’area metropolitana, a sud della linea Napoli-Bari, da identificarsi con tutta o parte della provincia reggina.
A tutt’oggi questo è il primo e ineludibile passo verso la costituzione di un’area metropolitana interregionale tra Reggio e Messina. La città peloritana, infatti, con buona pace dei deliberati regionali siciliani, non potrà avere mai la forza di sottrarsi al destino di perifericità settentrionale dell’area metropolitana di Catania: l’unica possibilità di uscire dall’impasse per lei sarà quello di unirsi alla futura città metropolitana reggina in un Sistema-Stretto bipolare.
Due sinergiche occasioni si profilano quindi per Reggio: la legge sul federalismo, nel cui contesto inserire l’emendamento PD; la richiesta dei Bronzi per il G8, da sfruttare per ottenere l’appoggio all’emendamento. Sarebbe un vero peccato non saper sfruttare questa fortunata combinazione per miopi lotte tra schieramenti o equilibrismi interni agli stessi.
Come sanno ben fare i politici delle altre città calabresi quando è in gioco l’interesse cittadino, anche a Reggio le contrapposizioni di principio tra schieramenti devono cedere il passo al maggiore interesse della comunità.