Mentre da un lato le istituzioni locali dell’Ara dello Stretto parlano con sempre maggiore determinazione di “metropolitana del mare” (termine coniato dalla Fondazione Mediterranea il 10 giugno del 2006 a Messina nel corso dell’incontro “Lo Stretto che unisce” ed entrato ormai nel linguaggio comune), c’è chi continua imperterrito a fare miopi valutazioni dalle quali far partorire idee che vanno contro gli interessi concreti del territorio. 

Sono le Ferrovie dello Stato. Demetrio Arena, amministratore delegato dell’Atam reggina, ha affermato che le FFSS (a volte piace ancora chiamarle così, come quando erano un’istituzione in grado di elargire stabilità economica a una percentuale non modesta delle famiglie reggine) ha affermato che è loro volontà annullare il contratto per l’integrazione tariffaria (biglietto unico). Senza questo, la “metropolitana del mare” non si potrà mai fare.

Come detto già altre volte, la citata definizione può essere adottata solo se il sistema di collegamento sullo Stretto assume determinate caratteristiche: di tipo misto, marittimo e terrestre; altamente integrato, con facilità di accesso a terminali bene interconnessi con le reti di trasporto urbano; con elevata frequenza delle corse, su un orario giornaliero non inferiore alle 18 ore; con basso costo del biglietto, che sia a tempo oltre che valido su tutti mezzi di attraversamento marittimi e sulle reti urbane terrestri.

Queste sono le caratteristiche che il sistema dei trasporti sullo Stretto deve acquisire per potersi definire con il termine di “metropolitana del mare”.

Cosa fanno le ex FFSS sullo Stretto con i loro mezzi veloci è sotto gli occhi di tutti: oggi attaccano immotivatamente a testa bassa anche sul versante dei collegamenti terrestri.