I porti turistici della Città dello Stretto

Giovedì 27 gennaio 2005 – Circolo di Società


Pietro Viviano (Genio Civile Opere Marittime)
Domenico Picone (Comando Porto Reggio Calabria)
Massimiliano Ferrara (Università di Messina)
Felice Arena (Università Mediterranea)
Giuseppe Raffa (Assessore Comunale Politiche Mediterranee)

 

I porti turistici della Città dello Stretto dopo la convenzione con Italia Navigando: dubbi e perplessità sul porticciolo turistico di Catona. (Di Enzo Vitale da Il Quotidiano)

a convenzione stipulata dal Comune con Italia Navigando per il riequilibrio funzionale del porto reggino, che diverrebbe così capace di accogliere il diportismo nautico con un migliaio di posti barca, (anche alla luce della nuova disponibilità dimostrata dalla Capitaneria e unitamente all’utilizzo di fondi del Decreto Reggio per il prolungamento del lungomare fino alle banchine portuali) ridisegnerà il volto della zona della città prospiciente alla rada dei giunchi, modificandone l’assetto, oggi prevalentemente residenziale, in senso turistico-commerciale. Ma sarebbe estremamente riduttivo considerare le ricadute positive della convenzione in relazione a un solo quartiere della città: in effetti, con la valorizzazione e riutilizzazione delle strutture portuali cittadine, è l’intera città e il suo hinterland a trarne giovamento per l’innestarsi di un circuito virtuoso che potrebbe rinverdire e rinnovare quella primavera reggina che aveva avuto il suo simbolo nel lungomare Italo Falcomatà.

La Convenzione, però, pone sul tappeto anche alcuni problemi che devono essere affrontati nel breve termine, e la cui soluzione potrebbe mettere in discussione alcune precedenti scelte fatte dall’Amministrazione comunale. Questa, infatti, aveva già deliberato per la costruzione di due porticcioli turistici, a Pellaro e Catona, in grado di ospitare rispettivamente 200/250 e 300/350 imbarcazioni da diporto: il primo con strutture leggere e senza alcuna modifica ambientale; il secondo con un sensibile cambiamento della zona a nord dell’abitato di Gallico, concretizzantesi in un canale a forma di ferro di cavallo che, delimitato da moli perpendicolari all’asse costiero, si dovrà addentrare sensibilmente nell’entroterra. Tenendo presente l’innegabile impatto ambientale di questa seconda struttura, e pensando all’erosione della costa di Lazzaro dopo la costruzione del porto di Saline, (stranamente il movimento ambientalista dei Verdi, che per molto meno ha sollevato questioni, non ha opposto nessuna resistenza in Consiglio comunale alla delibera sul porticciolo di Catona), l’Amministrazione cittadina, nel mentre si profila un’esuberante offerta di approdo alla nautica da diporto, vorrà ancora correre un rischio ambientale con opere che, pur foriere di nuove valide economie per i quartieri ospitanti, sono potenzialmente in grado di stravolgere l’assetto di vasti tratti costieri limitrofi?

La domanda non è retorica e per darle un’adeguata risposta bisognerà valutare le dinamiche internazionali di sviluppo turistico e quanto sta accadendo agli altri porti della Provincia. Infatti, non è solo Reggio interessata al riutilizzo o riordino delle strutture portuali: a Scilla è previsto il prolungamento del molo, in grado di ampliare la zona di mare destinata al ricovero delle imbarcazioni; a Villa è stato già deliberato di prolungare il molo in località “croce rossa” per renderlo agibile agli attracchi di mezzi di collegamento veloce con la Sicilia e le isole Eolie oltre che per ricavarne un porticciolo con una capacità di accoglienza per 200 barche; a Bagnara si dovrà risolvere l’annoso problema dell’insufficiente protezione, che determina la necessità di tirare spesso a secco le barche in presenza di mareggiate; a Gioia Tauro vi è la possibilità di creare, a ridosso dell’entrata al porto, un insieme di approdi turistici capaci di dare accoglienza a più di mille imbarcazioni; Palmi pensa a un suo approdo; a Bova si dovrà completare la struttura portuale con appositi pontili; Melito non ha porto, né turistico né per pescherecci; si dovrà decidere cosa fare del porto di Saline e pensare come sfruttare al meglio quello di Roccella.

Domanda: la portualità turistica della Città dello Stretto da un’offerta di approdi turistici deficitaria sta andando verso un eccesso di ospitalità ai diportisti nautici? Possibile risposta: l’offerta è indubbiamente esuberante in una proiezione temporale limitata ai prossimi lustri; ma, se si volge lo sguardo un po’ più avanti nel tempo e si pensa ai trend economici internazionali che interesseranno le rive del Mediterraneo, la scelta di mettere i motori avanti tutta puntando decisamente allo sviluppo della ricettività nautica potrebbe rivelarsi lungimirante e illuminata.

Di quale trend si sta parlando? La sua analisi parte da un dato empirico: la popolazione sulla fascia mediterranea del parallelo 38, che interessa la Spagna e l’Italia meridionale con la Grecia e la Turchia costiera, sta aumentando senza un sostanziale incremento della natalità. Ciò significa che in Europa si sta realizzando il fenomeno già osservato negli Stati Uniti dove le zone temperate, come la Florida con la sua Miami, sono diventate la residenza più o meno stabile di coorti di pensionati (relativamente giovani per l’allungamento della vita media, in possesso di un buon portafoglio e i cui svaghi preferiti sono la buona cucina, il golf e la nautica) che decidono di trascorrere il resto della propria esistenza terrena lontano dai rigori degli inverni del Nord East.

Sulla scorta di siffatte considerazioni, tra gli obiettivi privilegiati di Reggio e della sua Provincia vi dovrebbe essere quello di riuscire a intercettare parte degli elitari flussi migratori che hanno già cambiato l’economia di alcune località spagnole: per far ciò, insieme al potenziamento della ricettività alberghiero/residenziale e alla creazione di una rete di campi da golf, è indispensabile insistere sull’intrapresa strada della valorizzazione delle potenzialità ricettive che le nostre coste hanno per la nautica da diporto (naturalmente senza rischiare di ripetere a Catona lo sfascio ambientale della costa da Saline a Lazzaro).

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