Sala Giuditta Levato Palazzo Campanella - 31 maggio 2018
PER NICOLA GIUNTA NON SOLO UNA STRADA: RICORDIAMOLO CON UNA STATUA COME FATTO PER PESSOA O SCIASCIA.
Nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Nicola Giunta, Reggio lo ricorda e gli titola una strada. Poco, troppo poco. La rievocazione della sua figura, tenuta a Palazzo Campanella con l’organizzazione del Rhegium Julii, e soprattutto l’intervento del poeta vernacolare Giuseppe Ginestra (in foto), ha evidenziato una multipolarità culturale che non può essere ristretta al solo ambito della poesia vernacolare, per la quale è unanimamente riconosciuto come maggiore interprete reggino.
Nel periodo maggiormente produttivo, tra il 1920 e il 1927, Giunta è stato un apprezzato baritono, un letterato a tutto tondo e studioso di filosofia oltre che prolifico drammaturgo con al suo attivo più di dieci produzioni di cui la maggioranza non in lingua dialettale.
Insomma, un personaggio che potrebbe essere assunto a icona di un periodo della storia reggina connotato da alcuni tratti distintivi che poneva la città, pur piccola e provinciale, al livello culturale delle grandi città europee.
In questo senso, pur prescindendo dalla qualità della produzione artistico-letteraria, certamente non assimilabile a quella verghiana o pirandelliana immersa com’è in un ambiente culturale periferico di cui ne è sostanziale espressione, Giunta è la personificazione di una temperie culturale nella quale potevano germinare e fiorire giornalini scolastici (come “L’Intervallo”) in cui gli alunni si cimentavano in pubblicazioni letterarie e in cui l’abitudine a poetare, soprattutto in vernacolo, non era appannaggio degli uomini di lettere ma di chiunque ne avesse la capacità, peraltro frutto dei citati esperimenti scolastici.
Temperie che, dopo l’intervallo della seconda guerra mondiale, si è ripresentata sotto mentite spoglie (con la fioritura dei giornali satirici e politici dell’intellighenzia reggina dell’epoca) per poi naufragare nei Fatti di Reggio e nel lungo inverno della guerra di mafia.
Ed ecco che il ricordo di Nicola Giunta potrebbe essere usato per una riacquisizione identitaria della città che potrebbe effettuarsi anche con una statua bronzea da strada, in un angolo di Piazza del Duomo, con cui i reggini possano giornalmente idealmente dialogare. Un po’ come fatto a Lisbona con la statua a un Pessoa seduto al tavolino del caffè o a Recalmuto con la rappresentazione di Sciascia che passeggia sulla via principale.